'... la cultura è un'esperienza umana difficile da definire, ma noi la riconosciamo come la totalità dei modi con i quali gli uomini creano progetti per vivere. E' un processo di comunicazione tra gli uomini; essa è l'essenza dell'essere umano. La cultura è tutto ciò che mette in grado l'uomo di essere operativo e attivo nel suo mondo, e di usare tutte le forme di espressione sempre più liberamente per stabilire comunicazione tra gli uomini...'

UNESCO luglio 1968 -Diritti culturali e diritti umani

 

percorsi itineranti tra letture e culture

ventinove ottobre duemilasei

ideazione e redazione abramo e i di fretta

ARTI VISIVE TEATRO CINEMA MUSICA FUMETTO MEDIA AUDIOVISIVI SCRITTURE PENSIERO RAGAZZI

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un saluto a chi ci ha insegnato a guardare il mondo attraverso l'arte e la poesia

oggi, ventiquattro ottobre 2006, giorno in cui Bruno Lauzi ha concluso il suo viaggio terreno ed in cui i percorsi itineranti tra letture e culture sono gia' stati tracciati, scegliamo di dedicargli tutta la nostra strada settimanale, senza annunciare appuntamenti o incontri.

perche' e' l'esempio, ormai non piu' vivente, della filosofia abrigliasciolta.

grazie a questo artista lo rivolgono tutti i di fretta con abramo, i carovanieri ed i lettori che si incontrano abrigliasciolta dove il confine tra letture e culture si indebolisce e la trama tra le arti si intesse per farle vivere nel nostro quotidiano.

con dieci omaggi, uno per ogni vetrina e tante sue parole... come 'Sento di essere giunto in un porto sicuro'

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ARTI VISIVE TEATRO CINEMA MUSICA FUMETTO MEDIA AUDIOVISIVI SCRITTURE PENSIERO RAGAZZI
ARTI VISIVE

Bruno Lauzi ha lasciato la scena

http://www.brunolauzi.com

la dedica di www.brunolauzi.com

"Crepi il lupo maledetto che ci vuole dividere" ...

... ti ho scritto nell'ultimo messaggio che ti ho inviato e, come vedi, non ce la fa. Appena vorrai telefonaci e, come al solito ti passeremo a prendere, ovunque tu sia (io o Lello come preferisci, Raniero andrà già sul posto..), e, quando arriveremo, troveremo le chitarre accordate e gli strumenti pronti sul palcoscenico già illuminato... Dopo lo spettacolo parleremo di noi, di nuovi progetti, costruiremo, architetteremo, incideremo dischi e sogneremo di sogni per tutta la notte, fino a cadere addormentati; ed accorgerci al nostro risveglio (come ci è sempre piaciuto credere) di essere il sogno di un dio addormentato...

Lauro, Lello e Raniero

     
TEATRO il «Dorso di balena»

dopo lo spettacolo musicale con canzoni d'autore, Lauzi scopre il recital a stelle e strisce dell'artista di scena che interagisce con il pubblico. sul palcoscenico mischia cabaret, concerto e la forza di elementi scenici semplici come attaccapanni, cappello, vecchia sedia e scatola bianca da scarpe, abbandonandosi al recital ironico, graffiante e autoportante del pensatore e poeta. Un ritorno agli anni sessanta del 'Derby', un viaggio artistico attraverso le canzoni che ha scritto ed interpretato in quarant'anni di carriera passando per Ritornerai, l'incontro con Lucio Battisti, Lo straniero scritto per George Moustaki, Quanto t'amo per Johnny Holliday, L'appuntamento per Ornella Vanoni e Piccolo uomo per Mia Martini.

'Un raccontarsi che rischia di non riuscire a fare affiorare, come capita, appunto alle balene, altro che il dorso lucido e argentato. E quindi, per un paio d'ore, lo spettacolo è tutto un cercare l'America che è dentro, passando per le strade musicali frequentate incontrando vecchie canzoni, nobili amici, qualche mito, da Tenco a Paoli, Bindi, Brel Moustaki, Battisti, Fossati, Dalla, Conte. Non credendo alla possibilità, all'urgenza, all'utilità soprattutto di caricare di significati le proprie azioni, l'autore gioca ebraicamente con il pessimismo della sua ragione facendolo esplodere in allegria che pervade tutto lo spettacolo e coinvolge il pubblico presente in sala.'

Fabrizio Graffione http://www.ilgiornale.it 05.03.06

'Al centro della pagina bianca... improvvisamente il dorso della balena... luccica un attimo tagliato dalla luce grigia di temporale... l'argento lucidato da piombo fuso e ovale... galleggia... e' vero... un soffio di vapore e risprofonda negli abissi del cuore...'

     
CINEMA

'ora dicono fosse un poeta'

il film dove Bruno Lauzi si racconta sulle sue poesie presentato da Felice Andreasi. ha riscontrato consensi vincendo alcuni premi della critica.

è lieta di presentare

"Ora dicono fosse un poeta"

un cortometraggio scritto e diretto da Antonio De Lucia e Filippo Viberti e prodotto dalla VIDEO IN OUTS, dove Bruno Lauzi, coaudiuvato dall'amico Felice Andreasi, si racconta, coinvolgendo lo spettatore nella propria visione del mondo in una chiave artistica e "poetica" di rara intensità

Le poesie citate sono tratte da "Versi facili" e le musiche originali sono di Marco Prefumo

     
MUSICA Premio Tenco 2006

dedicato a Bruno Lauzi

il premio Tenco 2006 e' stato assegnato lo scorso settembre a Lauzi.

La consegna del riconoscimento era in programmata all'interno della rassegna della canzone d'autore prevista per il 9-11 novembre al teatro Ariston di Sanremo.

A Bruno Lauzi saranno dedicate varie iniziative a cui si è lavorato con la collaborazione dello stesso cantautore. Come già accaduto in passato con altri grandi personaggi, Lauzi sarà omaggiato da tutti gli artisti presenti in Rassegna, ognuno dei quali eseguirà un suo brano; primo fra tutti Gino Paoli, collega ed amico sin dagli esordi. Insieme a lui un folto gruppo di cantautori delle ultime generazioni che caratterizzano il cast di quest’anno: una vera e propria svolta della 31a edizione del Premio Tenco, che si apre così in modo deciso al futuro.

Bruno Lauzi, nato all'Asmara l'8-8-1937 ma cresciuto a Genova, è ritenuto con Umberto Bindi, Gino Paoli e Luigi Tenco uno dei fondatori della cosiddetta "scuola genovese" da cui nacque la canzone moderna italiana ed il cantautorato. Ha conosciuto e condiviso insieme al suo amico e compagno di banco Luigi Tenco al Ginnasio "Andrea Doria" la passione per i films musicali e per il jazz: con Luigi - siamo all'incirca nel '53 - faceva parte della stessa "band", la "Jelly Roll Morton Boys Jazz Band ". Nello stesso periodo i due iniziano a scrivere canzoni sotto la guida di Gianfranco Reverberi e di Giorgio Calabrese.

'Io devo ai capricci della politica la fortuna e l'occasione di poter convincere il mondo che la nascita della canzone d'autore resta uno degli eventi culturali più importanti nella storia di Genova. Ecco perchè confortato dalla presenza dei poeti rendo qui omaggio a me stesso ed ai colleghi storicamente più rappresentativi. Ho cercato di abbinare poesie e canzoni con la maggior coerenza possibile e mi sono permesso il lusso di rivisitare certe mie antiche composizioni...a proposito di omaggi, ve n'è uno per ogni "capoclasse" (visto che si insiste a parlare di "scuola"), alcuni mi sono venuti facili, altri meno, questione di affinità elettive...'

A Milano inizia a frequentare e conoscere l'ambiente artistico degli anni sessanta, dai "Gufi" ad Enzo Jannacci e a lavorare al mitico "Derby" di Milanocon Cochi e Renato, Felice Andreasi e Lino Toffolo; la sua vera attività artistica comincia ad impegnarlo in concerti e tournee internazionali fra le quali anche una insieme con Mina. Alla fine degli anni Sessanta Bruno Lauzi conosce e diventa amico di Lucio Battisti che gli propone di entrare nella sua casa discografica, la "Numero Uno": una proficua collaborazione col duo Battisti-Mogol che Bruno suggellerà portando al successo, come interprete, brani storici quali "E penso a te", "L'aquila" e "Amore caro, amore bello": vince vari premi della critica discografica con canzoni cantate da lui o scritte per altri quali "Lo straniero" per George Moustaki, "Quanto t'amo" per Johnnny Holliday, "L'appuntamento" per Ornella Vanoni, "Piccolo uomo" per Mia Martini incontrando artisti internazionali come Vinicius De Moraes , Toquinho, Petula Clark, Dionne Warwick,Tony Bennet, Peter Ustinov, Gabriel Garcia Marquez, Serge Reggiani, scrive canzoni per bambini e collabora con tutti gli artisti nazionali, tenendo a battesimo "sconosciuti" come Edoardo Bennato, Roberto Vecchioni, i Gatti di Vicolo Miracoli. Collabora con i fratelli La Bionda (per un periodo suoi chitarristi nei concerti dal vivo) ed è il primo tra i colleghi ad ospitare in televisione Baglioni e, forse, l'unico con Mina ad avere Battisti in un suo "speciale" televisivo. Sempre in quel periodo nasce una sincera simpatia personale con il suo avvocato di allora, un certo Paolo Conte, che gli fa ascoltare su un vecchio "mangia-cassette" un brano ("Onda su onda") di cui subito Bruno s'innamora portandolo al successo. Sarà poi la volta di brani come"Genova per noi" e"Bartali" tanto che lo stesso Conte ebbe a definirlo "grande ambasciatore della mia musica"... Incide "Angeli" con Lucio Dalla, "Naviganti" con Ivano Fossati, "Maria dei parafulmini" con Ron ed il figlio Maurizio fino ad ospitare Paolo Conte al vibrafono nel proprio disco "Back to jazz". Vince il premio della critica nel 1989 al Festival di Sanremo con il brano "Almeno tu nell'universo" scritto con Maurizio Fabrizio. Alla tenera età di 63 anni Bruno Lauzi è cantante, compositore, autore di testi, cabarettista e poeta. Con la sorpresa di ritrovarsi malato del morbo di Parkinson, la sua vita subisce un’improvvisa acelerazione: si rende conto che il tempo potrebbe cominciare a scarseggiare da domani mattina, quindi moltiplica le iniziative in tutte le direzioni. Decide di diventare discografico ed editore di se stesso: fonda una propria casa editrice che chiama significativamente ” Pincopallo” ed insieme a Maurizio Fabrizio pubblica per questa uno degli album più significativi della sua significativi della sua carriera "Il dorso della balena”. Seguiranno una nuova serie di album che ne testimoniano la vitalità dirompente: ”Una vita in musica”, ”Omaggio alla città di Genova”, “Omaggio al Piemonte”,“Tra cielo e mare: la Liguria dei poeti”, e per altre case discografiche escono “Il manuale del piccolo esploratore”e “Nostaljazz”. Scrive un musical con Gianfranco Reverberi “Una volta nella vita” che diventerà “testo scolastico per le scuole di musical. Rinfrancato dal giudizio positivo di esperti del settore scrive una nuova commedia musical con Pippo Caruso “Donna Flor”… Al momento resta in attesa di uscita il nuovo album intitolato "Ciocco Latino" che conterrà brani inediti.

     
FUMETTO Sigle indimenticabili

La tartaruga è stata un po’ la sua fortuna per quel che riguarda le canzoni per bambini...1975. Nel 1977 Johnny bassotto. Virgola, invece, è nata con i fratelli La Bionda una canzone che, oltre che carina, era anche in qualche modo didattica. Il pezzo parla infatti della vergogna di chi abbandona i cani.

La musica ed i testi non erano mai figli di un cartone animato o di un fumetto. Con La tartaruga prima venne la sigla e poi il cartone animato. Come per Johnny bassotto e Cicciottella, cantata da Daniela Goggi. La musica era sempre di Pippo Caruso.

Agli inizi degli anni ottanta La tartaruga diviene la sigla del cartone animato Cari amici animali, mentre Johnny il bassotto della serie Il piccolo detective. Entrambi giapponesi. Bruno Lauzi non sapeva neppure dell'esistenza e non ne ha ricevuto i diritti.

Siam tutti Gian Burrasca, Chi ha rubato la famosa marmellata? sono altri esempi della creativita' di Lauzi al servizio dei ragazzi. Le sue sigle, nella gran parte dei casi, sono state abbinate a produzioni dello studio Bozzetto, con disegni ed animazioni di Guido Manuli.

'Baudo mi chiese di fare un brano che avesse come protagonista un animale che fosse in un certo senso disneyano ma che la Disney non avesse ancora sfruttato. In quel momento, più o meno, mi passò sul piede una tartaruga, che si chiamava Gelsomina, e ho preso la cosa come un segno del destino. Sulla tartaruga come personaggio si possono dire tante cose anche a partire dal famoso proverbio: chi va piano va sano e va lontano. Ricordo che feci anche un intero album, poi vigliaccamente smembrato da quelli della casa discografica di canzoni per bambini: c’erano appunto Johnny bassotto, Virgola, La tartaruga e altri pezzi.'

'Con Caruso, poi, c’era, e c’è tuttora, un rapporto umano di profonda sintonia, cosa che si può ritrovare in ogni coppia di autori di musica. Noi due siamo nati lo stesso anno, abbiamo gli stessi libri e gli stessi gusti, anche quando decidiamo, con lo sguardo, che una canzone è buona o no mentre guardiamo il Festival di San Remo.'

'Per comporre Siam tutti Gian Burrasca mi ispirai al modo di far musica dei Mango Jerry. Per me, comunque, era facile scrivere pezzi per bambini perché mio figlio era piccolo, nel 1975 aveva 5 anni. Cantavo quelle canzoni per passare il tempo con lui e per divertirmi. Era straordinario. Riuscivo a fare dei soldi divertendomi e divertendo mio figlio. Oggi sarebbe impossibile scrivere canzoni per bambini al di fuori di quelle che appaiono in televisione come sigle di cartoni animati: alla Mediaset, per esempio, chi ha in mano il settore è anche quella che compone le sigle. E’ come se in una partita di calcio uno dei giocatori fosse anche l’arbitro…'

     
MEDIA fondatore del quindicinale politico liberale

L'Altolombardo

'I tempi cambiano. Trasmissioni di musica adatte a me ce ne sono poche. Quella di Limiti, magari, può andare perché, in qualche modo, storicizza la canzone. Inoltre io sono in una situazione ambigua: per i giovani sono troppo vecchio, per alcuni adulti sono ancora abbastanza moderno. Il consumismo spinto ha comunque portato costi altissimi al mondo della musica e non invidio per niente un giovane musicista che vuol far carriera. Ai miei tempi l’artista aveva l’opportunità di crescere e il discografico cresceva con lui. Oggi, invece, si guarda anche se un artista è bello o brutto prima ancora di vedere se è degno o meno. Ci troviamo davanti alla competizione selvaggia. Una battuta di Gino Paoli dice giustamente che se gente come me, lui, Dalla, Peppino Di Capri o Nicola Di Bari fosse nata oggi non avrebbe venduto neppure un disco.'

Dopo il '56, trasferitosi a Varese, conosce e collabora con Piero Chiara (di cui corregge le bozze dei primi libri) alla nascita del quindicinale politico liberale "L'Altolombardo"; scopre la canzone francese di Brassens, Brel, Aznavour ed inizia il suo percorso (mentre ancora studia Legge alla Statale di Milano ) componendo il brano che darà l'impronta a tutta la sua produzione artistica futura: "Il poeta". Si diploma in inglese alla Scuola Interpreti di Milano che raggiunge quotidianamente viaggiando sul treno che da Varese porta a Milano assieme a studenti ed operai ( non prenderà mai la patente...!). Sono gli anni del boom economico e contemporaneamente del fenomeno dell'emigrazione; da questi treni Bruno vede con i propri occhi scendere famiglie di emigranti arrivate al Nord col miraggio del lavoro: compone così "La donna del Sud". Vince nel frattempo due concorsi nazionali di traduzione, ma abbandona coraggiosamente a due esami dalla laurea la Facoltà di Legge, decidendo di dare alla sua vita una ormai irrinunciabile svolta artistica. In quel periodo compone "Ritornerai"e con questo brano cominciano ad arrivare i primi riconoscimenti.
     
AUDIOVISIVI Edizioni Pincopallo

Pincopallo e' la casa editrice musicale che Bruno Lauzi fondo' per liberarsi dai condizionamenti del mercato culturale. Ha dato vita al libro sonoro dedicato nel 2004 a Genova, la superba eletta a 'citta' della cultura', a 'Il dorso della balena' e a 'Canto d'amore', album distribuito dall'AIP e prodotto a sostegno della ricerca scientifica sul morbo di Parkinson, che si era impossessato dell'artista.

Alcuni titoli

omaggio a genova

omaggio al piemonte

una vita in musica

dieci belle canzoni d'amore

canto d'amore

back to jazz

napoli@world.song

     
SCRITTURE Mari interni

di Bruno Lauzi, Crocetti, 2000, euro 6

Nato all’Asmara l’8-8-1937 ma cresciuto a Genova, è ritenuto con Bindi, Gino Paoli e Luigi Tenco uno dei fondatori della cosiddetta “Scuola genovese” da cui nacque la canzone moderna italiana ed il cantautorato. Scrive poesia per passione e perché lo “aiuta a vivere”. I mari interni è del 1994.

Riappropri

di Bruno Lauzi, Rangoni Laura editore, 1996, euro 5.16

vincitore del premio Molinello nel 1998, riappropri e' una raccolta di poesie ormai fuori catalogo perche la casa editrice non esiste piu'.

Versi Facili

Esercizi di Sguardo

Edizioni Marittime

'Ma quanta poca musica valida è in circolazione di questi tempi…Io ho provato, come i librettisti d’Opera di un tempo, a provocarne la nascita scrivendo i testi prima che il compositore mi obbligasse a scelte forzate, scegliendo metriche e percorsi che lo obbligassero ad uscire dai canoni consueti e prevedibili, ed è stato proprio nel corso della creazione delle canzoni de “Il dorso della balena” scritte di concerto con Fabrizio che mi sono imbattuto involontariamente nella Poesia, quando mi sono accorto che in parallelo ai testi stavano nascendo versi “autonomi” che non avrebbero potuto venir musicati perché bastavano a sé stessi…

Vorrei che si riflettesse di più sull’autonomia della Poesia, prima di dire la solita cavolata, e cioè che i testi delle canzoni sono anch’essi “”poesia”…la Parola ha una sua musicalità che prescinde dall’accompagnamento musicale, il quale, se c’è, finisce inevitabilmente per svilirla, non nel senso che essa perda valore ma perché, dal momento della fusione con la Musica, essa stessa non potrà mai più conoscere la propria valenza… Liberando la Parola dalle pastoie di una convivenza forzata ci accorgeremo di esserci scavati una via di fuga dalla inevitabile banalità del “già ascoltato”…

Il fatto è che scrivere non è una vanità dello scrittore ma un suo bisogno profondo,è il suo Karma, il suo Destino, e se le canzoni ne sono l’ aspetto più immediato ed ingenuo, mano a mano che si “cresce” anche il testo più concettoso finisce per sembrare un linguaggio troppo adolescenziale, e tu non ti diverti più…

Così sono nati i miei primi tre libri di poesie (il quarto è in faticosa costruzione…), “I mari interni” e “Riapprodi”, unificati poi in un solo volume dal titolo “Versi facili”, ed “Esercizi di sguardo”, entrambi pubblicati dalle Edizioni Marittime , cioè da me…introvabili se non sul mio sito.

Ora sono entrato in una fase nuova, che mi fa privilegiare la prosa, il racconto lungo o romanzo breve, come volete chiamarlo. Credo che questa scelta di linguaggio sarà definitiva, d’ora in avanti sarò destinato a raccontarmi per interposti personaggi. Onestamente ci ho messo vent’anni per arrivarci tra crisi di creatività e ripetuti abbandoni per scoramento, più un numero imprecisato di porte sbattute in faccia.

Ultimamente, invitato ad intervenire ad un seminario di scrittura creativa per giovani studenti mi è venuto da affermare il seguente principio: “Scrivete sempre in modo da essere voi stessi i primi a meravigliarvi di ciò che avete scritto, evitate le secche del luogo comune e soprattutto del politically correct, scoprite ciò che nascondete dentro di voi”. Il successo crescente del libro sta a dimostrare che la fantasia non è morta, c’è ancora spazio lontano dai biechi calcoli dei venditori di fumo. A questo proposito non resta che rilevare la situazione penosa in cui versa ormai la musica cosiddetta “leggera” in tutto il mondo….

Sento di essere giunto in un porto sicuro.'

la penna di Bruno Lauzi

'Ognuno di noi vorrebbe lasciare una traccia del proprio passaggio sulla Terra e fino dagli albori della civiltà si ritrovano incisioni nelle caverne a testimoniare l’interesse dei nostri antenati a fissare nella pietra le prime immagini di un mondo fumigante, sorgente dai vapori primordiali raccontati da Stravinskj ne “La saga della primavera”…fino ad arrivare al quotidiano stillicidio di inutili ammassi di chiacchiere e “paparazzate” che a volte ci fanno amaramente pentire di doverli decifrare…La traccia che oggi lasciamo dietro di noi è spesso così poco lusinghiera che la bava di una lumaca dà miglior prova di sé….ma nulla è perduto definitivamente finché esisterà l’eccezione, l’Artista cui è demandato il compito storico di raccontare la Vita con sublime maestria. Sono gli artisti che ci salvano dalla inutilità dei mediocri resoconti che ci sommergono: qua e là dalle pagine insospettabili di una qualche gazzetta si alza una voce e si è salvi… ecco allora la penna sulfurea dei Longanesi, dei Flaiano, dei Montanelli che ci mostrano impietosamente la distanza tra il vero genio e il pennivendolo…

...nessuno di noi ha mai incrociato, se non geograficamente, la vita dell’altro… aveva ragione Pasolini quando in uno dei suoi “Scritti corsari” ebbe a dire: “ Quando qualcuno non capisce, fabbrica scaffali…” Non nego che uno dei miei sogni era quello di diventare Premio Nobel per la Letteratura, poiché una volta che si sogna bisogna farlo in grande, ma oggi, visti i criteri di assegnazione me n’è passata la voglia: pensate che non l’ebbero Proust, Kafka, Joyce, Borges… credo neanche Ionesco, ma non sono certo… Comunque, sappiate che scrivere non è difficile, sempre che conosciate un congruo numero di vocaboli ed auspicabilmente il loro significato, e soprattutto la grammatica e le sue sfumature (è tremendo l’assassinio del Congiuntivo che si va perpetrando…). Mentre a Varese davo una mano a correggere le bozze dei suoi libri, l’amico e maestro Piero Chiara mi spiegò che il problema appunto non era scrivere ma piuttosto “cancellare”, cioè togliere il superfluo, praticamente quasi tutto, un po’ come fece Michelangelo con le sue sculture…

...il problema sarà allora quale mezzo di trasporto utilizzare per far viaggiare le idee… Da ragazzo pensavo che vestire di parole la musica fosse il massimo della comunicazione possibile, un lavoro piacevole, come pescare le trote in un laghetto per la pesca sportiva, dove abboccano da sole…bastava non dimenticarsi che l’ascoltatore non è interessato alla poesia ma si contenta di quel che lo sembra, che “suona” così poetico da commuoverlo fino alle lacrime.

...Contrario ad ogni retorica ho sempre concepito i miei testi “amorosi” come dei bigliettini da passare sotto la porta di quella stanza chiusa in cui ogni mio ascoltatore è rinchiuso, vuoi per la sofferenza che la solitudine gli provoca, vuoi al contrario per godersi da solo la momentanea felicità… come monadi leibniziane il “pubblico” è una somma di singole anime assetate di condivisione, in attesa di conferme ai propri stati d’animo. Diventa così ovvio progettare il testo tenendo conto delle linee guida che tacciano i confini del “territorio dell’amore”...'

Il secondo volume di poesie “Esercizi di sguardo” edito dalle Ed.Marittime di Milano (cioè da Pincopallo), si impone all’attenzione di alcuni critici e di qualche poeta (Nico Orengo, Giuseppe Conte, Elena Bono) ma soprattutto commuove il grosso pubblico. Una delle liriche ivi contenute, dedicata allo sfarfallìo della mano colpita dal morbo “ La Mano”), diventa un gadget per la raccolta di fondi a favore della ricerca scientifica sul morbo di Parkinson. Pubblica come gadget natalizio per un’importante azienda italiana il volumetto ”Poesie contromano”sempre edito dalle Ed.Marittime, un omaggio alla sua calligrafia scomparsa…

     
PENSIERO Il caso del pompelmo levigato

di Bruno Lauzi, Bompiani, 2005, euro 6.50

un bizzarro giallo filosofico a cavallo tra il roman feuilleton e la pulp fiction, allegra ma non banale storia di un monello parigino, una duchessa russa, un pensatore di professione e un fachiro grasso, tra i quali si nasconde Lauzi, autore pigro e confusionario, ma brillante. il non-romanzo ha attraversato le vicissitudini di otto case editrici che hanno detto “No” alla pubblicazione. finche' grazie a Franco Battiato ed al lavoro di Elisabetta Sgarbi, Cristina Poma e Daniela Padoan, Bompiani mette in commercio questo piccolo trattato umoristico sul libero arbitrio ed altre arbitrarietà il 13 aprile 2005, a venti anni dalla prima stesura.

lauzi parla del suo libro

'se non fosse stato per l’appoggio determinante di Franco Battiato che ne ha perorato la pubblicazione presso la Bompiani, il mio incredibile “Il caso del pompelmo levigato” sarebbe ancora posteggiato nel regno dei sogni… Perché l’ho definito incredibile? Perché ha sorpreso anche me che ho iniziato a scriverlo in un caldo e noioso pomeriggio dell’84 lasciandomi andare ad una sorta di “scrittura automatica” che si è andata sviluppando per germinazione spontanea…

i libri del pensator-poeta sono quattro e spaziano dalla poesia al pensiero fino alla scrittura per i ragazzi.

Al momento restano in attesa del loro turno la biografia e due storie altrettanto improbabili alle quali Bruno alacremente ha lavorato negli ultimi tempi.

     

RAGAZZI

Le storie di nonno Bruno

di Bruno Lauzi, Illustrazioni: Marco Brozzi

Coccole e Caccole, 2006, euro 6.90

Quattro brevi racconti che Nonno Bruno racconta a tanti nipoti quanti sono i suoi lettori, attraverso le strane avventure di un gatto di nome Max e un cane di nome Puk. Non si sa bene chi tra i due è il cane e chi il gatto ma insieme ne combinano delle belle.

Al nonno e a tutti noi non resta che assistere allo spettacolo e fare quattro risate…

Bruno Lauzi scrisse ed interpreto' molto per l'infanzia. Ricordiamo le canzoni per bambini come "La tartaruga" e "Johnny Bassotto", sigle di cartoon degli anni settanta.

archivio

news 08.10.06

news 15.10.06

news 22.10.06

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dove si applicano le arti per essere altro nel mondo

i percorsi itineranti proposti da abrigliasciolta confermano la filosofia di punto di incontro tra letture e culture. non sono riconducibili ad alcuna testata giornalistica e si propongono al di là di condizionamenti politici, religiosi, culturali ed umani. la periodicità non è regolare; i percorsi abrigliasciolta diffondono informazioni culturali relative ad artisti, editori, organizzazioni, manifestazioni, associazioni e realtà che usano tutte le forme di espressione sempre più liberamente per stabilire comunicazione tra gli uomini. I Libri e le riviste presentati sono in vendita presso abrigliasciolta.

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dove si intessono le arti e si comincia a pensare da un'altra prospettiva dove si svelano progetti nel cassetto e si scoprono immagini altre dove si ricerca la parola altra come ultimo strumento del pensiero dove si ricerca l'ultimo strumento del pensiero... altro
Lasciate liberi gli Italiani ed essi andranno a briglia sciolta. Voltaire Lettera al signor Hennin, 2 ottobre 1768 uno spazio libero dedicato all'arte emergente che scova tra i talenti nuove prospettive che intessono trame tra cultura e vita quotidiana alla scoperta di nuovi linguaggi e scritture prospettiche un viaggio tra teatro, cinema, arti visive, musica, fumetto, media, audiovisivi, scritture e pensiero

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