'... la cultura è un'esperienza umana difficile da definire, ma noi la riconosciamo come la totalità dei modi con i quali gli uomini creano progetti per vivere. E' un processo di comunicazione tra gli uomini; essa è l'essenza dell'essere umano. La cultura è tutto ciò che mette in grado l'uomo di essere operativo e attivo nel suo mondo, e di usare tutte le forme di espressione sempre più liberamente per stabilire comunicazione tra gli uomini...' UNESCO luglio 1968 -Diritti culturali e diritti umani |
percorsi itineranti tra letture e culture |
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trentun agosto duemilasette |
ideazione e redazione abramo e i di fretta |
itinerari abrigliasciolta quest'anno la formazione base abrigliasciolta ha investito venti giorni di vacanza in un itinerario culturalaartisticoenogastonomicamicale lungo quattromilasettecento chilometri. al rientro abbiamo pensato di tradurlo nei percorsi che ormai offriamo da quasi un anno. abramo e i di fretta si sono riappropriati di quel tempo per sè che ci lasciamo rubare durante tutto l'anno per trasformare una vacanza in una scoperta. perche' la cultura si arricchisce di nuovi incontri proprio quando gli animi sono disposti alla scoperta di nuovi mondi. o semplicemente di nuovi occhi. ma, soprattutto, come abbiamo appreso dall'iscrizione del Teatro Massimo di Palermo "L'arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto non miri a preparare l'avvenire". La nuova stagione dei percorsi vuole dunque fare tesoro di questo segreto millenario per rinnovare la memoria del passato e dare vita ad un popolo abrigliasciolta che non strumentalizzi arte e cultura per preparare l'avvenire, ma che stabilisca comunicazione tra gli uomini... scoprendo da dove arriva il nostro nome... |
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21 MARZO 2008 GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA |
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scadenza adesioni venerdì 30 novembre 2007 |
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ARTI VISIVE | TEATRO | CINEMA | MUSICA | FUMETTO | MEDIA | AUDIOVISIVI | SCRITTURE | PENSIERO | RAGAZZI |
ARTI VISIVE |
il confronto Varese vs Viterbo
gotico lombardo a Varese gotico a Viterbo Cosa avreste pensato se vagando per le strade di una cittadella medioevale del centro sud Italia, vi foste trovati davanti alla finestrella di destra? Gli abrigliasciolta hanno fatto correre subito il pensiero a quella della casa Perabò e son partite le indagini: il gotico lombardo è giunto fino a Viterbo o i lombardi hanno idealmente riproposto lo stile della citta Tuscia in terra varesina? |
il gotico lombardo la finestrella dei Perabò di Varese
Pare provenga da Castiglione Olona, dove ce n'è una similare, ma la finetrella che campeggia in Via Albuzzi 8 a Varese è un singolare esempio di gotico lombardo che un privato ha recuperato. La casa quattrocentesca è oggetto di uno studio estremamente serio da parte del Professor Cis, che godendo di questo fantastico esempio di storia dell'arte sta approfondendo da anni e ricercando le vere origini di questa monofora in cotto. I raffronti possibili sono tanti, ma ancora è impossibile stabilirne connessione. Primo perché la provincia di Viterbo confina con la toscana e fu sede papale, oltre ad essere costellata di esempi architettonici di gotico, sopravvissuto ai bombardamenti della guerra mondiale. In secondo luogo perché qui si dice i lombardi operarono molto, vedi il chiostro di Santa Maria Nuova. In terzo luogo perché notizie sulla finestrella varesina sono poche e confuse e la città lombarda presenta pochi esempi di gotico nel suo centro storico, oltre a definirlo, appunto, gotico lombardo. Ma la malsana idea che ci è balenata è che lavoranti lombardi in terra Tuscia abbiano riproposto materiali ed idee tra le mura insubri. Non finisce qui, l'indagine è in corso ed abramo e di fretta non riescono a frenare la curiosità, benché debbano riconoscere che le due finestrelle non si somigliono proprio: anafora contro arco. |
TEATRO |
Teatro Massimo di Palermo
"L'arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto non miri a preparare l'avvenire" L'iscrizione della facciata resterà nelle nostre menti a lungo. L'imponente edificio neoclassico è stato edificato su progetto di Giovan Battista Basile e terminato dal Figlio Ernesto. E' uno dei più importanti teatri d'Europa. Palermo è una città fantastica, l'esempio di multiculturalità del passato che nessuna metropoli moderna potrà mai raggiungere: arabi e normanni hanno convissuto lasciando segni indelebili nel tempo e nella memoria storica dell'uomo. Ma ci si può addentrare in itinerari di ogni tipo, dal gotico-rinascimentale al '600 e barocco fino al '700 palermitano ed all'800 liberty, senza dimenticare quello archeologico tra le case romane, le grotte paleolitiche, la necropoli punica e l'antica cortina muraria. Anche qui una nota di orgoglio patrio: all'ingresso di Palazzo Steri campeggia la magnificente Vucciria di Guttuso che a Palermo sostengono sia stato dipinto proprio in quel di Velate a Varese! |
Il Teatro
Massimo Vittorio Emanuele di Palermo è uno dei più grandi teatri
lirici del mondo. Di gusto neoclassico sorge sulle aree di risulta della
chiesa delle Stimmate e del monastero di San Giuliano che vennero
demoliti alla fine dell’Ottocento per fare spazio alla grandiosa
costruzione. I lavori furono iniziati nel 1875 dopo vicende travagliate
che seguirono il concorso del 1864 vinto dall’architetto Giovan Battista
Filippo Basile; il teatro venne completato da Ernesto Basile che, nel
1891 alla morte del padre, gli era subentrato nella costruzione. L'esterno del Teatro, seguendo la moda neoclassica dell'attualizzazione delle architetture antiche, presenta un pronao corinzio esastilo elevato su una monumentale scalinata ai lati della quale sono due leoni bronzei con le allegorie della Tragedia e della Lirica; in alto l'edificio è sovrastato da un'enorme cupola emisferica. L'ossatura della cupola è una struttura metallica reticolare che s'appoggia ad un sistema di rulli a consentirne gli spostamenti dovuti alle variazioni di temperatura. La simmetria compositiva attorno all’asse dell’ingresso, la ripetizione costante degli elementi (colonne, finestre ad archi), la decorazione rigorosamente composta, definiscono una struttura spaziale semplice ed una volumetria chiara, armonica e geometrica, d’ispirazione greca e romana. I riferimenti formali di quest'edificio sono, oltre che nei teatri antichi, anche nelle costruzioni religiose e pubbliche romane quali il tempio, la basilica civile e le terme soprattutto nello sviluppo planimetrico dei volumi e nella copertura. L'interno, decorato da valenti pittori (Rocco Lentini, Ettore De MAria Bergler, Michele Cortegiani, Luigi Di Giovanni), può contenere circa tremilacinquecento posti. Riaperto dopo un lungo periodo d'abbandono, il grande teatro palermitano si propone oggi come una fucina ricchissima di iniziative ed eventi culturali: balletti con artisti di fama internazionale, concerti ed allestimenti di opere liriche, mostre ed incontri con i loro protagonisti della musica contemporanea. |
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CINEMA | 60o Festival internazionale del cinema la kermesse cinematografica elvetica ha conferito il pardo d'oro al Giappone di Masahiro Kobayashi, regista del film AI NO YOKAN (The Rebirth) |
Sabato 11 settembre 2007 la
giuria del Festival Internazionale del Film di Locarno ha conferito i
seguenti premi: Pardo d’oro : AI NO YOKAN (The Rebirth) di Masahiro Kobayashi, GiapponePremio speciale della giuria al film che meglio interpreta lo spirito di comunicazione tra popoli e culture: MEMORIES (JEONJU DIGITAL PROJECT 2007) di Pedro Costa, Harun Farocki, Eugène Green, Corea del SudPremio per la miglior regia : Philippe Ramos per il film CAPITAINE ACHAB, Francia/SveziaPardo per la migliore interpretazione femminile all’attrice: Marian Álvarez per il film LO MEJOR DE MÍ di Roser Aguilar, SpagnaPardo per la migliore interpretazione maschile ex aequo agli attori: Michel Piccoli per il film SOUS LES TOITS DE PARIS di Hiner Saleem, Francia e Michele Venitucci per il film FUORI DALLE CORDE di Fulvio Bernasconi, Svizzera/ItaliaMenzione speciale a: CHO Sang-yoon , direttore della fotografia del film BOYS OF TOMORROW di NOH Dong-seok, Corea del SudPardo d’oro Cineasti del presente: TEJÚT (Milky Away) di Benedek Fliegauf, Ungheria/Germania Premio speciale della giuria Ciné Cinéma del Concorso Cineasti del presente: IMATRA di Corso Salani, Italia Menzione speciale a: TUSSENSTAND (Stages) di Mijke de Jong, Paesi Bassi Pardo alla migliore opera prima presentata nelle due competizioni (Concorso Internazionale e Concorso Cineasti del presente): TAGLIARE LE PARTI IN GRIGIO di Vittorio Rifranti, Italia (film presentato nel Concorso Cineasti del presente) |
MUSICA |
USCITO VIVO DAGLI ANNI '80 di Antonio "Tony Face" Bacciocchi
Storie da sopra e sotto il palco ndapress € 12,00 |
Il libro è un viaggio, ironico e disincantato, attraverso
considerazioni, aneddoti ed episodi all’interno della scena underground
italiana di fine anni’ 70 inizi anni ‘80, in una sorta di diario
personale che raccoglie pagine e pagine di esperienze, ma soprattutto è
l’anima di chi quegli anni li ha vissuti in prima linea. L’autore, musicista e tra i primi protagonisti della scena punk e mod, rivive l’atmosfera, le contraddizioni, l’entusiasmo, la spontaneità, l’ingenuità di chi, all’epoca minorenne o quasi, si tuffava in un’esperienza, una cultura, un’energia totalmente nuova, destinata a cambiare i suoni, i costumi, gli usi delle generazioni a venire. Il tutto senza impeti nostalgici, nè voglia di stupire o di insegnare. Solo di lasciare una traccia personale di un periodo poco documentato ed esplorato in Italia. Un’eccezionale documento fotografico e storico, su una parte del movimento punk e mod italiano di cui tanto si parla ma che raramente è stato fotografato e “visto” dal grande pubblico. Un libro già segnalato nelle pagine del mensile “Rolling Stone” come fondamentale per “capire gli anni ‘80”. Antonio “Tony Face” Bacciocchi è batterista (Not Moving, Lilith, Link Quartet tra gli altri), ma anche produttore discografico (Statuto, Vallanzaska), scrittore, blogger, organizzatore di concerti e festivals, Dj radiofonico, giornalista musicale, prime mover del movimento mod in italia. Ha aperto concerti di Clash, Johnny Thunders, Stooges, James Taylor Quartet, Manu Chao, Brian Auger tra gli altri. |
FUMETTO |
benedire or
tocca a noi:
"Che la tassa sia con voi"
Carlo Squillante ci raggiunge vacanzieri con una delle sue vignette satiriche. Il miglior augurio di buon rientro alle attività quotidiane... |
CARLO SQUILLANTE
Squillante? |
MEDIA |
ritorno di Ezio Riboni al Festival di Collecchio Chi si muove nella televisione intelligente come Arcoiris.tv forse l'ha anche votato. Ezio riboni presenta al festival di Collecchio il suo documentario su Adriano bianchi: "E' un'emozione incredibile, voi non immaginate quale emozione sia riconoscere i luoghi e ripopolarli degli avvenimenti, è una sensazione unica". Il libro Ritorno al Ponte di Falmenta è uscito nel giugno 2007 per Tararà edizioni srl di Verbania. |
Ritorno
un film di Ezio Riboni "La vicenda e gli eventi narrati, i momenti di dolore, fatica e paura, i tempi delle decisioni e delle riflessioni si fondono, in un unico testo permanente, con l'ambiente naturale grandioso, che ne propone l'interpretazione e ne tramanda la memoria preziosa ed autentica." Bagni di Craveggia, Olzeno, Ponte Falmenta, Val Cannobina, luoghi di importanti episodi della lotta di Liberazione, culminati con la creazione della Repubblica dell'Ossola. Un comandante partigiano ripercorre quelle tappe ripopolando i luoghi degli avvenimenti passati. Lo accompagna Carolo Meazza, un fotografo che raccoglie la sua testimonianza traducendo in immagini quest'esperienza. |
AUDIOVISIVI |
14-23/09/07 Teatro Strehler
Parco Sempione
milano film festival Un festival che negli anni ha conquistato il ruolo di sede privilegiata di diffusione della cultura, è diventato uno dei punti di riferimento per la città di Milano e non solo, affermandosi sulla scena internazionale non solo come un festival di cinema, ma come un evento poliedrico e completo. Ha rappresentato, e rappresenta tutt'ora, un momento importante di discussione, un punto di incontro e scambio fra registi, attori e appassionati di cinema. |
La piazza del
festival così è stato ribattezzato negli anni il sagrato del Teatro
Strehler, rimane la sede storica, il fulcro centrale attorno al quale
vive e si espande il festival. Ma quest'anno la "piazza" sarà ancora più
ricca: una zona infopoint, un'edicola e libreria internazionale, il
directors' corner, una terrazza panoramica e il bookshop. La giuria selezionatrice, dopo aver visionato oltre 2500 opere provenienti da 102 paesi diversi, ha deciso i film in concorso: 53 cortometraggi e 7 lungometraggi sono lo scheletro dei due concorsi internazionali. Parallelamente il festival propone oltre dieci rassegne fuori concorso, in cui confluiscono, fra gli altri, numerosi film iscritti al concorso ma non entrati in selezione. Confermate anche per quest'anno, con molte novità al loro interno, le rassegne Colpe di Stato, Godless America - storie dagli Stati Uniti di oggi, Focus animazione, Incontri italiani. Novità di quest'anno sono le rassegne FocusCorea, in collaborazione con MiTo SettembreMusica, una rassegna di cinema coreano, vite (r)esistenti, dedicata a documentari biografici che raccontano vite e storie di personaggi non comuni, soundoc, documentari musicali, Schermi dal mondo, momento in cui alcuni festival internazionali si presentano al pubblico del Milano Film Festival,e una rassegna speciale dedicata, quest'anno, a Daniele Ciprì e Franco Maresco, presenti durante i giorni del festival. |
SCRITTURE |
il primo incontro abrigliasciolta
con Vladimir Majakovskij A piena voce Poesie e poemi
sulla sila greca un gruppo di amici si trova avvinghiato su un esempio di scrittura e pensiero, quella di Majakovskij, l'autore di quella poesia che nel 1913 utilizzò il termine ed il concetto a briglia sciolta. L'iniziatore della rivoluzione futurista, uno dei lumi abrigliasciolta, trasformava la lingua poetica in microrappresentazione, spesso teatralizzata. Da sessantasette anni quella voce si è spenta, ma fa resuscitare ancor oggi i sensi di una complice immaginazione. Regaliamo ai nostri lettori quei versi. Ricordando che il 30 agosto 2007 in Piazza Santo Spirito a Firenze A piena voce è stato messo in scena da Elena Bizzotto (voce recitante), Giorgia Endici (voce cantante) e Francesco Ghilardi (chitarre e loop elettronici) |
Dietro una donna di Vladimir Majakovskij (1913, trad. G. Giudici, Mondadori-1989) Spostato su col gomito un lievito di nebbia, Colava viacca da una fiasca nera E a briglia sciolta nel cielo Canuto e greve caracollava fra le nuvole. Nel fuso rame di case stagnate A stento si contengono i trèmiti delle vie, Stuzzicanti da un rosso mantello di lussuria, I fumi diramavano le corna dentro il cielo. Cosce-vulcani sotto il ghiaccio delle vesti, Messi di seni mature già per il raccolto. Dai marciapiedi con ammicchi malandrini Frecce spuntate insorsero gelose. Stormo che a un colpo di tacco si levi a volo nel cielo Preghiere di altezze presero al laccio Iddio: Con sorisi da topi lo spennarono E beffarde lo trassero per la fessura d'una soglia. L'Oriente in un vicolo le scorse, Più in alto risospinse la smorfia del cielo E il sole dalla nera borsa strappato fuori Pestò con cattiveria le costole del tetto. |
PENSIERO | il cacofonico a Faenza da qualche si può godere di un piccolo generatore di stimoli... "a voce aperta"
Arrivando in Romagna i nostri amici ce lo riforniscono subito, ma il numero 43 de Il Cacofonico, sotto il tema "La provocazione: offesa o difesa?" ci colpisce perché lancia un grido molto forte nei confronti di una società che etichetta con leggerezza senza accorgersi di quanto ciò segni persone sensibili. Un ragazzo si toglie la vita a Terra del Sole, perché, trovato in possesso di qualche canna, viene screditato massimamente da stampa e forze dell'ordine in un paesino di duemila anime: decide che la sua professione di agronomo è già finita a ventisette anni e si toglie la vita. Gli amici scrivono a il cacofonico per gridare basta contro questa società dell'apparenza, che emargina chi vuole essere. semplicemente. |
La lettera degli amici al cacofonico IL GIORNO IN CUI LA NOTTE SCESE DUE VOLTE Un articolo può cambiare la vita di un ragazzo. Un giornalista ha cambiato la vita di un ragazzo. Una notizia a cui nessun giornalista, in una grande città, avrebbe dedicato più di qualche riga, si è trasformata invece nello scoop, nella grande notizia, che è stata pubblicata su diversi quotidiani. I fatti: giovedì 5 luglio Alberto Mercuriali viene trovato in possesso di una “modica” quantità di hashish. Domenica 8 luglio Alberto Mercuriali è finito sulle prime pagine di alcuni quotidiani locali. Lunedì 9 luglio Alberto Mercuriali si è ucciso col gas di scarico della propria auto. Ovviamente nessun nome è stato menzionato nell’articolo, ma il giornalista è stato talmente “bravo” e preciso nel riportare alcuni insignificanti dettagli, che la mancanza del nome non è bastata a tener nascosta l’identità del ragazzo. Un vero e proprio articolo diffamatorio pieno di menzogne che ha dipinto Alberto come un drogato, ma del resto a questo trattamento non era del tutto nuovo, tanto è vero che pochi giorni prima, nel corso della “discreta” perquisizione domestica, gli furono fatte promesse di anonimato mai rispettate. A conferma di ciò ricordiamo tutti le eloquenti foto delle forze dell’ordine scelte con astuzia dai quotidiani, nelle quali i funzionari esibivano orgogliosamente i ridicoli trofei della loro caccia, quasi a voler ostentare la soddisfazione per la cattura di chissà quale narcotrafficante. E’ stata decisamente una “splendida” azione combinata di pressioni psicologiche e mediatiche. Tradito dai Carabinieri che l’hanno venduto alla stampa, che a sua volta, l’ha prontamente crocifisso. Qualcuno disse: “Le parole contano”, ci permettiamo di aggiungere che ogni tanto uccidono pure e concediamo, a chi le ha usate come arma, l’unica attenuante possibile: “l’infermità mentale”. Le parole del giornalista cadono pesanti, ci fanno male, ci feriscono perché sappiamo bene che Alberto non era un drogato e non era la persona descritta da quelle parole fuorvianti. Probabilmente, alla ricerca di una notizia sensazionale in questa calda e piatta estate, il giornalista ha vergognosamente manipolato un’informazione con l’intenzione di darla in pasto alle iene che, sedute comodamente al tavolino di un bar, l’avrebbero poi divorata avidamente. Questo non è giornalismo, ma il risultato di un sistema malato, marcio, i cui meccanismi non vengono dettati dalla sensibilità e dalla comprensione che gli esseri umani dovrebbero avere nei confronti dei propri simili, ma piuttosto vengono dettati dai nostri atteggiamenti e comportamenti superficiali e bigotti, dalle nostre corte vedute e dalle nostre opinioni meschine. Tutti noi siamo quindi indistintamente colpevoli di quello che è successo. Alla base di una scelta estrema come quella fatta da Alberto, probabilmente concorrono problemi di diversa natura, altre complicazioni di cui noi non siamo al corrente. Certo è che le parole diffamatorie del giornalista e la plateale azione delle forze dell’ordine hanno colpito nel profondo, sono andate a toccare un tasto che ha azionato un circuito di disperazione aumentando lo stato di estrema fragilità in cui Alberto si trovava. Noi, i suoi amici, singhiozzanti di rabbia davanti a questo gravissimo episodio vogliamo in qualche modo “denunciare” questo dramma, vogliamo urlare il nostro sdegno nei confronti di un sistema che non può continuare a funzionare a senso unico, discriminando gratuitamente e senza nessun diritto gli altri esseri umani. Viviamo per il momento con la grande amarezza nel cuore di aver perso un caro amico, un gran lavoratore, un buon studente ed un mediocre pescatore. Al contempo, proviamo un gran rancore dato dalla quasi assoluta certezza che poteva essere evitata una morte, se solo si fossero usati un po’ di tatto e discrezione nello svolgimento delle rispettive professioni di giornalista e di militare, che peraltro riteniamo essere pilastri fondamentali della democrazia. Oggi per noi la notte scenderà due volte: per la morte evitabile di Alberto e per l’assordate silenzio della stampa che lo ha già dimenticato. Ciao Alberto! Gli amici del Dottor Tosa |
RAGAZZI |
la riscoperta di un cartoon Scooby doo, pensaci tu! Ci siamo cresciuti, almeno noi di abrigliasciolta, e svegliarsi un mattino scoprendo che anche i piccoli amici di abrigliasciolta lo amano ancora ci induce a ricercare i cartoon dell'epoca d'oro on line. |
Metti un
giorno di vacanza a casa di amici. Ti svegli e trovi il figliolo davanti
alla tv a guardare un cartoon. Ti aspetteresti una di quelle serie
"cult" per i ragazzini di oggi ed invece rincontri Scooby doo alle prese
con la difesa degli animali africani. Oltre alla lacrimuccia che forza
dall'angolo dell'occhio per i ricordi d'infanzia, nasce una riflessione:
ma allora la tv non è tutta spazzatura. Indagando sul web scopri che dal
20 agosto al 2 settembre vengono riproposti 27 episodi degli negli anni
d’oro della televisione, reperibili anche su cartonionline.com e
cartoni-animati.tv. Cartoni d’epoca, che hanno fatto la storia dell’animazione, cartoni a partire dagli ‘30, alcuni in bianco e nero, cartoni animati che ci riportano indietro negli anni. Rivedere muoversi nello schermo il simpatico Mr Magoo, il vecchietto dagli occhi a fessura che vive in un mondo tutto suo, e ballare la bella Betty Boop, antesignana di Marylin Monroe, l’irascibile Braccio di Ferro suonarle di santa ragione dopo aver ingurgitato un barattolo di spinaci e Felix the Cat combinarle di tutti i colori in un mondo in cui tutto è possibile. E quindi Scooby Doo e Yogi, Napo Orso Capo e Braccobaldo ed altri personaggi che hanno vissuto nel piccolo schermo ed ora sono di nuovo in vita grazie ad internet. Ci piacerebbe conoscere quanti nostalgici come noi esistono ancora. Invitiamo, quindi, i lettori a scriverci a segnali@abrigliasciolta.it |
archivio 2006 | 31.12.06 | |||||||||||
archivio 2007 | 14.01.07 | 15.04.07 | 29.04.07 | 06.05.07 | 04.07.07 | 23.07.07 |
http://www.abrigliasciolta.it/news.htm
dove si applicano le arti per essere altro nel mondo
i percorsi itineranti proposti da abrigliasciolta confermano la filosofia di punto di incontro tra letture e culture. non sono riconducibili ad alcuna testata giornalistica e si propongono al di là di condizionamenti politici, religiosi, culturali ed umani. la periodicità non è regolare; i percorsi abrigliasciolta diffondono informazioni culturali relative ad artisti, editori, organizzazioni, manifestazioni, associazioni e realtà che usano tutte le forme di espressione sempre più liberamente per stabilire comunicazione tra gli uomini. I Libri e le riviste presentati sono in vendita presso abrigliasciolta.
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incontri | esposizioni | edizioni | libreria virtuale |
dove si intessono le arti e si comincia a pensare da un'altra prospettiva | dove si svelano progetti nel cassetto e si scoprono immagini altre | dove si ricerca la parola altra come ultimo strumento del pensiero | dove si ricerca l'ultimo strumento del pensiero... altro |
Lasciate liberi gli Italiani ed essi andranno a briglia sciolta. Voltaire Lettera al signor Hennin, 2 ottobre 1768 | uno spazio libero dedicato all'arte emergente che scova tra i talenti nuove prospettive che intessono trame tra cultura e vita quotidiana | alla scoperta di nuovi linguaggi e scritture prospettiche | un viaggio tra teatro, cinema, arti visive, musica, fumetto, media, audiovisivi, scritture e pensiero |
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incontrarsi abrigliasciolta dove il confine tra letture e culture si indebolisce e la trama tra le arti si intesse per farle vivere nel nostro quotidiano
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